lunedì 9 marzo 2009

NOTTI ROMANE.

"Sarò in preda alla pazzia", mi dicevo. Ripetendo velocemente in testa la medesima frase, cercavo di convincermi di quanto i fumi dell'alcool mi fossero stati nocivi quella notte...e che avrei dovuto smettere.
Gioventù malata, in preda a nottate frenetiche, con gli orecchi violentati dai ritmi monotoni ed elettronici delle discoteche, anestetizzata dai cocktails colmi di voglia di dimenticare, così ambigua e dissacrante, che in un attimo può giungere a confondere i rapporti di amicizia con altro...
Quell'istante non finiva mai: ero immobile e incapace di muovermi, ovunque puntassi lo sguardo sembrava una tragedia, di fronte perchè gli amici sorridevano ed erano felici per te e non sapevo giustificare l'espressione del mio viso, e alle mie spalle perchè c'eri tu che te la baciavi...Ho puntato le mie mani, era l'unica via d'uscita possibile, nervose si stuzzicavano, in attesa che tu rientrassi in macchina.
Sei rientrata silenziosa: occhi sognanti e sorriso soddisfatto. Non potevo non parlarti, non potevo non complimentarmi con te, dopo tutte quelle volte che ti avevo invitata a fare quello che avevi appena fatto..Ho balbettato qualche frase sconnessa, e sorridendo mi sono voltata dall'altra parte, pensando che era solo un momento e che l'indomani sarebbe passato tutto.
Ma lentamente il cuore aumentava il ritmo, non è bastato un pensiero così scontato per disilludermi da quello che mi accadeva. La vista si appannava, per gli occhi lucidi che dovevo abilmente nascondere, avevo freddo e volevo fuggire da quella macchina, ma non potevo scappare. Solo guardare dall'altra parte. Ma quell'immagine non si dissolveva ed era chiara e forte: tu e lei, rapite da quel bacio profondo ed io che avrei voluto rapire te...
Passato qualche minuto avevo recuperato le mie funzioni vitali e un battito cardiaco regolare.
"Ma non è che ti stai infatuando della tua migliore amica?...naaaaa!!!".
Chiusi gli occhi e provai a dormire.

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